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CHAMPAGNE EXTRA BRUT CUVÉE 72 ED. | BRUNO PAILLARD

72,50

Solo 4 pezzi disponibili

Vitigno

Pinot Nero 45%, Chardonnay 33%, Pinot Meunier 22%

Gradazione Alcolica

Vol. 12%

Vinificazione e Affinamento

32 Cru vinificati separatamente in vasca o in barrique. Vini di riserva costituiti da 25 differenti millesimi assemblati dal 1985, in proporzione fino al 50%. Affinamento sui lieviti per almeno 36 mesi, riposo in cantina per almeno 36 mesi dopo la sboccatura e prima della commercializzazione. L’affinamento totale è di 72 mesi.

Aspetto

Colore oro paglierino brillante, che denota l’utilizzo esclusivo dellla prima pigiatura e la percentuale importante di Chardonnay. Perlage molto fine ed estremamente vivo

Naso

In un primo momento dominato da note fruttate, poi da aromi floreali, spezie e note tostate, per arrivare infine ad aromi di frutta candita

Bocca

Elegante, vivace, armonico e molto fresco

Formato Bottiglia

0,75 lt

Storia – Bruno Paillard è nato a Reims nel 1953. I suoi antenati sono intermediari e vignaioli a Bouzy e Verzenay – due grand cru – dal 1704. Egli stesso ha iniziato in veste di mediatore nel 1975, interessato da quel mestiere che gli dà una perfetta conoscenza della Champagne. Tuttavia, egli se ne allontana dopo 6 anni, spinto dal desiderio di produrre egli stesso uno champagne differente dagli altri, oltremodo puro, molto elegante, una sorta di Graal che egli crede raggiungibile.

Siamo nel gennaio 1981, Bruno Paillard ha 27 anni. Armato della sua sola volontà, senza vigne, senza denaro, vende la sua vecchia Jaguar divenuta  « oggetto da collezione » per dotare la sua società di un capitale di partenza di 15 000 euro.

Che follia! In Champagne è il momento del protezionismo e non si vedono delle nuove Maison da circa un secolo! Ciononostante, nulla ferma il sogno di questo nuovo « pioniere della Champagne ». È in una cantina affittata e con delle uve accuratamente selezionate acquistate dai viticoltori che nascono i primi champagne BRUNO PAILLARD. Nel 1984 Bruno Paillard inventa la prima cantina interamente fuori terra della Champagne: l’idea, rivoluzionaria per l’epoca, dà buoni risultati qualitativi grazie ad un controllo rigoroso delle condizioni di temperatura, idrometria e illuminazione. E, molto presto, lo stile molto personale sei suoi vini seduce ! Inizialmente disponibili esclusivamente per l’esportazione, sono omaggiati dalla stampa anglosassone che li annovera tra i migliori vini di Champagne. Già nel 1988, il grande critico inglese Hugh Johnson descrive così la Maison : “piccola ma prestigiosa, giovane maison di champagne con vini setosi ed eccellenti”. Nel 1990, per far fronte all’aumento delle sue scorte, Bruno Paillard disegna con l’architetto Jacques Bléhaut una maison di acciaio, vetro e legno, i tre materiali simboleggianti i tre nobili contenitori dello champagne. Decisamente contemporanea, questa nuova cantina coniuga alle tradizioni della Champagne le innovazioni più qualitative.

Lo Stile – La Maison BRUNO PAILLARD è nata dal desiderio del suo fondatore di creare uno champagne molto differente dagli altri, molto puro.

Un grande champagne secondo BRUNO PAILLARD è prima di tutto un vino di assemblaggio: anzitutto dei cru, delle uve, ma anche dei millesimi…sempre con questa volontà di cogliere la quintessenza della finezza e dell’eleganza che può offrire la Champagne quando è servita amorevolmente. Questo stile molto personale è l’unione dell’eleganza e della complessità: si traduce in un’effervescenza leggera e cremosa, una purezza straordinaria, una mineralità autentica e una vinosità setosa. L’effervescenza deve essere presente, ma non aggressiva. La grana delle bollicine è molto fine, quasi microscopica. Questa apporta al naso del degustatore gli aromi del vino e al suo palato una consistenza vellutata, quasi cremosa. Il colore dei vini deve essere assolutamente naturale. È brillante: oro verde per i blanc de blancs, dorato per la Première Cuvée, oro ramato – petalo di rose antiche – per il Rosé. Sarà più profondo per i millesimati, quasi ambrato dopo qualche decennio. Gli aromi devono essere molto puri: sfumature di agrumi – mandorle per gli chardonnay, piccoli frutti rossi per i pinot noir, frutti esotici per i meunier: l’utilizzo esclusivo della prima spremitura (i primi 50 cl di succo di ciascun kg di uva) permette di estrarre gli aromi più naturali. La freschezza deve essere percettibile senza essere dominante. Essa si avvale dell’acidità del vino e ciononostante il vino non risulta acido. Il «dosaggio» in zucchero è ridotto al minimo. Risultato: un freschezza straordinaria ed autentica. La complessità è l’opposto della pesantezza: essa è l’alleate dell’eleganza contrariamente a quello che si pensa a volte. Si esprime con la purezza nell’equilibrio e nella profondità dei vini. La complessità prospera con l’età.