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ROSES ROSES METODO CLASSICO BRUT | OTTELLA

17,50

Esaurito

Vitigno

Il Roses Roses Brut nasce da una cuvée di Corvina Veronese (50%), Rondinella (40%) e Lagrein (10%)

Gradazione Alcolica

Vol. 12%

Vinificazione

Affinamento sui lieviti minimo 1 anno.

Aspetto

Colore rosa tenue

Naso

Spicca una fragranza di piccoli frutti

Bocca

Grande freschezza

Formato

0,75 lt

“Il valore di un’idea sta nel metterla in pratica” ripeteva Thomas Edison. Lodovico Montresor, papà di Francesco e Michele, che ne hanno raccolto insegnamenti e testimone all’Azienda Agricola Ottella, era un uomo dal cuore grande, di vedute ampie e lungimiranti. Artista e stimato collezionista di opere d’arte, era anche uomo legato ai valori della terra: aveva proseguito nella conduzione della proprietà agricola di famiglia avviata da suo padre Giovanni ed ancora prima dal nonno, suo omonimo, Lodovico.

Una lunga storia: nel libro “La provincia di Verona e i suoi vini, 1900”, lo storico G.B. Perez testimonia come la famiglia Montresor fosse, nel 1905, l’unica a produrre il Lugana in territorio veronese. Documento portato alla luce dal Dott. Lamberto Paronetto, enologo trevigiano, studioso e profondo conoscitore del nostro territorio. Il Lugana, una scodella argillosa decantata dai versi di Catullo, su un suolo di origini glaciali, raccolto in un fazzoletto a ridosso della sponda meridionale del Lago di Garda. Un vino legato da un cordone ombelicale mai reciso al suo vitigno, il Trebbiano di Lugana, chiamato qui Turbiana. È un giorno del 1964, quando Lodovico Montresor accoglie nella villa di famiglia a Peschiera, il professor Vescia dell’Università di Brescia e l’ingegner Turlini: due suoi amici con i quali condivide un’idea da mettere in pratica. Proprio come sarebbe piaciuto a Thomas Edison. Ed è proprio ciò che i tre, da quel giorno, si mettono in testa di fare: disegnare e conferire al Lugana una sua conformazione geografica, delimitarne un territorio, timbrarne un’identità, in parole spicce dargli una casa e una sua dignità riconoscibile. Il risultato è la nascita della denominazione d’origine tre anni dopo, nel 1967. L’Azienda Agricola Ottella, proprio in quegli anni, muove i suoi primi passi per cominciare a crescere e farsi adulta. E poi quel nome, Ottella: la leggenda narra che nel 1500, in quella corte, vennero alla luce otto gemelli; di qui il nome della località e dello stemma che identifica l’azienda e le sue origini. L’azienda acquisisce nuovo impulso a metà degli anni ottanta, quando Francesco, fresco di laurea in giurisprudenza, entra ad affiancare il padre. Già presidente del Consorzio di Tutela dal 2007 al 2013, a lui nel 1993 si unisce Michele, attuale presidente dell’Associazione Vignaioli Veneti.

Ottella è oggi una realtà di 90 ettari in Lugana, ai quali si sono aggiunti 20 ettari in Valpolicella, sulle magnifiche alture di Romagnano in Valpantena. Una nuova avventura in stile Montresor, condivisa con l’amico ed imprenditore Andrea Pernigo, uomo da sempre legato a quel territorio: “Ci siamo incontrati e abbiamo subito capito di parlare lo stesso linguaggio, di condividere alla base di tutto la stessa filosofia. Cerchiamo di fare vini fini ed eleganti, certo, ma sempre con una precisa identità, in modo da comunicare ciò che siamo” sottolineano Francesco e Michele. Ed i risultati sono tangibili, come testimoniano i tanti riconoscimenti che, da anni, Ottella ottiene sulle migliori guide e riviste del settore. Ma non è tutto, c’è di più. Come già abbiamo detto, Lodovico Montresor era un uomo la cui vita è trascorsa a remare sulla corrente di un connubio, quello del vino sposato all’arte. Passione questa, trasmessa ai suoi figli. In occasione della rassegna Art Verona, l’azienda della famiglia Montresor ha istituito il Premio d’Arte Contemporanea “OTTELLA FOR GAM” ed è stata attiva sostenitrice del Museo d’Arte Contemporanea Achille Forti, donando 5 opere oggi in collezione permanente al museo. La stessa architettura della nuovissima sede dell’azienda, ricalca arte e futuro. Vino accompagnato da dipinti e sculture, il tratto di famiglia. Lodovico ci ha lasciati da qualche anno, ma il primo ad essere felice nel vedere come i suoi figli han saputo proseguire, quanto tanti anni fa, lui stesso, aveva tracciato, sarebbe proprio lui.

Oggi Lodovico e Lamberto affiancano il papà e lo zio in azienda… di padre in figlio: ieri, oggi e domani.

Una storia italiana, di quelle belle.